Regia Marina Italiana
X^ Flottiglia Mas

MTL  1^ serie
S.L.C. 200 "Maiale"



Resin kits   1/35 scale


I modelli finiti


Caratteristiche Tecniche e Cenni Storici MTL
Due bellissimi kit in resina, realizzati dalle italianissime ITALIAN KITS e MODEL VICTORIA. Anche se commercializzati separatamente, sono fatti l'uno per l'altro!
I Motoscafi, progettati per essere utilizzati come "avvicinatori" per gli SLC, erano il risultato di uno studio del Col. GN Mizzau. Furono realizzati in totale undici esemplari, suddivisi in 1^ 2^ e 3^ serie ed entrarono in servizio a partire dalla primavera del 1941.
Nello specifico del kit, gli MTL 1^ serie (Motoscafo Trasporto Lento) furono realizzati in tre esemplari (442 - 476 - 571) presso  il Cantiere Baglietto di Varazze (SV) e completati delle dotazioni di bordo (motori e strumentazioni).
Lo scafo era in legno ed aveva le seguenti dimensioni: Lungh. 8,5 mt. - Largh. 2,9 mt. - altezza 1,5 mt. quest'ultima notevole ed obbligatoria per assicurare una buona tenuta al mare del natante e soprattutto per contenere in posizione inclinata i due SLC.
La forma di carena era del tipo a "V", nella zona centrale dello scafo erano stati creati due alloggiamenti:
quello anteriore costituiva il posto di guida del mezzo, sufficiente per ospitare il Nocchiere timoniere ed il Padrone (Capobarca); quello posteriore era destinato agli equipaggi degli SLC.
Si sottolinea che nelle successive serie queste posizioni furono "invertite" pertanto la timoneria fu posizionata a poppa! Il motore non era potente, in contraddizione alla filosofia degli altri mezzi della X^ (Barchini e Mas), la propulsione era giusto sufficiente per la "marcia occulta di avvicinamento", pertanto si trattava di un motore elettrico da 8 Hp con autonomia di circa 10 miglia a 4 nodi!
La più importante caratteristica di questo mezzo, erano i due vani laterali capaci di ospitare due "maiali", questi venivano filati a mare per "gravità" sfruttando la pendenza di 20° verso poppa dell'alloggiamento stesso (vedere profilo sotto). Sulla base dell'alloggiamento erano applicati sette doppi rulli tronco-conici che permettevano agli SLC di scivolare in acqua.

La più importante e sfortunata azione del MTL 1^ Serie

Missione su Malta del 26 luglio 1941, con la perdita dello stesso mezzo, contro le forze navali inglesi nel porto di Malta. Furono impiegati: 2 SLC 200 del Magg. GN Teseo Tesei (MOVM) e del TV Franco Costa, imbarcati sul MTL comandato dal Nocch.SC  T. Paratore, insieme ai MAS 452, MAS 451, MTS e ben 9 Barchini esplosivi.
Ma a causa di sfortunati eventi (alcune avarie) e al mancato fattore sorpresa, la clamorosa azione fallì con la conseguente perdita di uomini in azione e numerosi mezzi. Dei 50 componenti il nucleo d'assalto solo 11 riuscirono a rientrare.
 

I modelli in resina
La costruzione dei modelli
Ora si passa alla realizzazione del primo kit, che non presenta particolari difficoltà. Lo scafo è composto da un unico pezzo che va separato dalla matarozza, solo piccolissimi interventi con stucco monocomponente per resina.
Prima di passare alla colorazione dello scafo, suggerisco di rifinire e colorare i due pozzetti, questi sono stati realizzati in modo veramente realistico simulando le tavole in legno. Per la colorazione dello scafo  ho utilizzato Humbrol H 64 che riproduce molto bene il grigio chiaro cenerino della Regia Marina.
Sotto il risultato dopo la colorazione
Si effettua l'invecchiamento, soprattutto nei vani di alloggiamento per gli SLC, quest'ultimi erano dei siluri pertanto rilasciavano ruggine e sporco. Al contrario il motoscafo che nella realtà era in legno, pertanto non presentava ruggine sullo scafo tranne in alcuni punti, ed esattamente vicino i golfari, a prua vicino i rinforzi in metallo ed in ultimo a poppa sulla flangia del piede. L'eliche ovviamente in ottone.
Nelle foto sotto il motoscafo quasi finito e già posizionato sulla basetta, mancano solo due dettagli che verranno applicati dopo aver realizzato il siluro SLC di Model Victoria.
Caratteristiche Tecniche e Cenni Storici SLC 200
Gli SLC 200 o più semplicemente “maiali”, sono stati i più noti mezzi d’assalto della X Flottiglia Mas. I risultati in azione, nel corso della II Guerra Mondiale, sono stati tutto sommato lusinghieri. Il progetto, anche se interamente studiato dai due Capitani del Genio Navale Teseo Tesei e Elios Toschi, per metodologia d’impiego, si collega comunque a quello della “Mignatta” del 1918.
L’idea nacque a Teseo Tesei fin dal 1927, ma solo dal 1935 si passò ai fatti con la realizzazione di alcuni prototipi. Era sufficiente adattare un siluro di serie per realizzare un trasportatore a bassa velocità; due i componenti dell’equipaggio che dovevano essere muniti di respiratori subacquei autonomi e di una carica esplosiva da applicare sotto le carene delle navi nemiche.
La costruzione di questi particolari mezzi avvenne per lo più nelle officine Siluri di San Bartolomeo (La Spezia). La prima serie fu denominata SLC 100 ma, ben presto, fu sostituita/integrata con quella migliorata SLC 200 con un numero di produzione decisamente più elevato. Da fonti stimate, comunque, la produzione non superò i 50 esemplari compresi i prototipi.
Come precedentemente detto questi mezzi erano una modifica dei siluri da 533 mm di serie per la Regia Marina, mentre tutte le modifiche erano sostanzialmente realizzate con materiali di “recupero”. La propulsione era affidata ad un motore elettrico alimentato, a sua volta, da una batteria con 30 elementi che erogavano circa 180A – 60V permettendo così una velocità massima in immersione di circa 3 nodi con una autonomia massima di circa 10 – 15 miglia.
In superficie le prestazioni erano simili, ma sicuramente, permetteva un sensibile risparmio di aria degli autorespiratori.
L’immersione era possibile grazie a due “casse di assetto” esauribili con due pompe elettriche ed una “cassa di zavorra” detta anche “rapida”, il tutto era controllato da aria compressa (200 atmosfere) tramite apposite valvole. L’armamento era costituito da una o due testate ad alto esplosivo (circa 230 kg di Tritolite o Tritotal) con i relativi congegni ad orologeria e speciali spolette per lo scoppio realizzate dalla “Borletti” di Milano.
La caratteristica più negativa del particolare mezzo era la sua “instabilità in quota”, nonostante l’accurata fase di preparazione dell’assetto (bilanciamento della zavorra) effettuata prima di ogni missione. A questo problema si aggiungeva spesso anche qualche piccola avaria. Le tecniche di attacco di questi mezzi sono abbastanza note, ma va specificato che i mezzi venivano “avvicinati” il più possibile all’obbiettivo, una volta in acqua, la navigazione avveniva normalmente in modo silenzioso ed in superficie, soprattutto per non ridurre troppo l’autonomia dei respiratori. In caso di situazioni pericolose di avvistamento la navigazione era condotta a “quota occhiali” con l’ausilio degli autorespiratori. La vera è propria immersione avveniva in prossimità del bersaglio da colpire.
La costruzione del Siluro a lenta corsa

Le tre fondamentali dime in dotazione al kit


Anche questo modello non presenta particolari difficoltà. E’ composto da poche parti in resina ed alcune in fotoinciso. Grande attenzione da parte di Paolo Marcuzzi (Model Victoria) nel mettere a suo agio qualunque modellista, esperto o no! Infatti nella confezione si trovano a corredo tre fondamentali dime per la corretta lavorazione delle fotoincisioni in dotazione, impossibile sbagliare!
Sotto, le foto durante le fasi di realizzazione, una particolare cura va fatta nella realizzazione della terza sezione (poppiera) del "maiale", dove va costruita l'elica, la griglia circolare, i timoni verticali - orizzontali ed in ultimo a modello finito i tiranti. Le difficoltà sono tutte in questa sezione!
Si realizza il cruscotto, il posto anteriore era destinato al "pilota" del mezzo, pertanto in questa zona troviamo gran parte degli strumenti di manovra del mezzo.

Un saluto a tutti
Luciano Rizzato